OCEANIA FAI DATE

Ovvero viaggio allo sbaraglio tra Nuova Zelanda e Australia: un modo come tanti per rilassarsi dal lavoro.

Il passo più difficile è sicuramente stato il primo: comprare il biglietto aereo. Non è facile infatti convincersi a fare un viaggio non organizzato di due mesi, da solo, gli antipodi. Sono partito all'inizio di dicembre per la Nuova Zelanda, con l'intenzione di conoscere il posto, le abitudini e la gente di laggiù. Compagno di avventura il mio zaino: 17 Kg inclusivi di tenda, sacco a pelo, scarponi da montagna e... armonica a bocca. L'unica cosa che avevo prenotato dall'Italia era un corso di lingua inglese di due settimane, che ho poi abbandonato a metà, visto che l'inglese, mi sono reso conto, lo imparavo meglio conoscendo gente negli ostelli di Auckland che a scuola. Dopo una settimana di adattamento ad Auckland con altri italiani, sono appunto partito per la "Rimini" neozelandese per questo corso d'inglese: Mount Maunganui. Lì ero ospitato da una famiglia, cui nel tempo libero ho sistemato la pavimentazione dei porfidi nel giardino. Grazie a questo, prima mi sono preso i complimenti per il lavoro svolto: "Eh sì, voi italiani l'avete proprio nel sangue l'arte di mettere giù i bolognini! Basta vedere che bene avete pavimentato Sydney!" e poi in mio onore è stata stappata una bottiglia di vino rosso: il vino neozelandese è tanto rinomato che quello italiano a livello internazionale.

La Nuova Zelanda è grande come l'Italia, ed ha anche una forma molto simile, eccezion fatta che è divisa in due isole più o meno uguali: l'isola del nord, dove vivono due milioni di abitanti, di cui uno solo ad Auckland, e l'isola del sud, dove vive il rimanente milione di abitanti. La mia intenzione iniziale era quella di visitare l'isola del nord nelle tre settimane successive al corso d'inglese (sarei poi dovuto andare in Australia per altri quindici giorni), ma a metà settimana del corso, i programmi, se ne avevo, sono cambiati. Il corso cui partecipavo era così strutturato: la mattina lezione e il pomeriggio corso di sub; purtroppo a causa di un'asma sebbene ormai passata (da quando ho smesso di fumare...) ho passato i primi due pomeriggi nelle cliniche a fare spirometrie, visto che il dottore neozelandese si era rifiutato a darmi il nulla osta per l'attività subacquea. Quel pomeriggio, stavo aspettando che il taxi venisse a prendermi alla clinica della città vicina (20 Km) per riportarmi a scuola. Dopo una ventina di minuti di attesa, senza che io chiedessi il minimo aiuto, accosta una macchina con a bordo una ragazza che mi invita a salire e si offre di portarmi a destinazione (sebbene lei fosse diretta solo verso il centro città!). Anche lei, come me era un'appassionata di camminate in montagna, e nella chiacchierata di mezz'ora è riuscita a descrivermi le cose migliori della Nuova Zelanda... e si è raccomandata che visitassi l'isola del sud, in particolare Wanaka: una piccola cittadina di 3500 abitanti, 1500 Km più a sud di lì, e secondo lei bellissima.... non so come m'abbia convinto, ma ho preso l'occasione al balzo e, visto che del corso di sub ancora non si intravedeva l'inizio, mi sono ritirato da scuola, e già l'indomani ero in viaggio verso il centro dell'isola per un trekking su un vulcano la cui ultima eruzione risale ad appena 3 anni fa.... ma la voglia di proseguire verso sud si faceva sentire e passando per la capitale Wellington, già dopo due giorni approdavo nell'isola del sud, dove, il giorno successivo avrei cominciato un trekking di 55 Km lungo i fiordi dello stretto di Cook. Prelevato di prima mattina da una barca (con altri 8 avventurieri) sono stato scaricato in mezzo alla foresta 60 Km più a nord della civiltà... e tra pioggia e vento abbiamo cominciato a camminare. Per fortuna il tempo è migliorato velocemente e già verso le 6 del pomeriggio avevo percorso i 30 Km del primo giorno e mi apprestavo ad arrivare in una baia dove avevo prenotato un posto letto in un ostello (con solo 5 posti letto) dove c'erano 2 famiglie neozelandesi... Il posto era veramente da favola... una casa in mezzo alla foresta con pecore, cani e galline e, sul retro, una cascata con una grotta piena di lucciole. In questa "fattoria" c'era anche una ragazza che aiutava i proprietari in cambio dell'ospitalità: ne ho approfittato per prendere informazioni, visto che il lavoro in fattoria è una delle cose che mi piacerebbe provare quaggiù. L'indomani sotto un sole cocente, tra opossum e palme, nel giro di cinque ore ero già arrivato a destinazione... o meglio, nei pressi di un pontile in mezzo alla foresta, dove nel tardo pomeriggio una barca sarebbe venuta a riprendermi per riportarmi in città.

...ma non c'era tempo da perdere, infatti l'indomani ero già in viaggio verso sud, verso le alpi del sud dove avrei trascorso Natale e capodanno. Qui si trova Queenstown: città dei balocchi dove si possono fare tutte le cose più spericolate, dal Bungee Jumping al lancio col paracadute da 4000 metri.... basta avere i soldi! Arrivato finalmente a Wanaka, ho passato la settimana dopo Natale girando in bici, kayak e facendo escursioni a piedi sulle vette dei dintorni... ma ormai, lo scopo che mi ero posto venti giorni prima lo avevo raggiunto, e così dovevo trovare qualche altra esperienza da fare.... el vachér! ... quindi dopo aver passato la mattina di S.Silvestro al telefono ho trovato un fattore disposto ad offrirmi vitto e alloggio in cambio del mio lavoro a 150 Km da Auckland... non ho perso tempo, il primo gennaio ero già in aereo con destinazione l'isola del nord, quindi fattoria! Ero finito in un posto sperduto in una baia dell'oceano Pacifico, a 30 Km. dalla città più vicina (che poi era anche il capoluogo della regione: 3000 abitanti!) con 70 ettari di pascolo da controllare e 100 vacche da mungere. Il fattore si sentiva veramente onorato di ospitarmi: lui era rimasto impressionato quando gli avevo detto che in Italia avevo un vigneto e che facevo il vino... e così tra un lavoro e l'altro mi portava in giro a vedere i vigneti della zona. Il fatto che più mi ha colpito è che laggiù loro vedono di cattivo occhio i kiwi che crescono solo grazie a ripetuti trattamenti con anticrittogamici, mentre le viti non hanno bisogno di nulla: l'esatto opposto dell'Italia! Dopo dieci giorni di lavoro l'esperienza neozelandese giungeva già al termine: un volo per Sydney mi stava aspettando per portarmi in Australia. Sarà che era ormai un mese e mezzo che non vivevo in grandi città, ma ho fatto davvero fatica ad ambientarmi, e così, dopo solo due giorni, nonostante mi fosse stato sconsigliato per i devastanti incendi appena spenti, sono partito per le Blue Mountains. Sono arrivato Katoomba, una cittadina di montagna con un migliaio di abitanti. Lì ho conosciuto una coppia di veneziani, miei coetanei, con i quali ho trascorso un paio di giorni a camminare: ma che volevo veramente fare in Australia? Avrei voluto osservare i canguri ed i koala allo stato brado, e non negli zoo... dovevo quindi trovare il modo e il posto per vederli. Tornato a Sydney avrei quindi noleggiato una moto e sarei andato a "caccia" di canguri. Fortunatamente sulla strada del ritorno in città, al momento del congedo dai due veneziani, questi mi hanno presentato ad una famiglia di immigrati friulani che mi avrebbero offerto ospitalità se fossi tornato, e mi avrebbero portato nei boschi delle Blue Mountains a scovare i canguri. Detto, fatto. Tornato a Sydney ho noleggiato un'auto (la moto costava il doppio!) e nonostante la guida a sinistra ed il cambio automatico sono riuscito a tornare da loro, e quindi anche a vedere i canguri allo stato libero. E' impressionante camminare nella foresta australiana, visto che, essendo composta essenzialmente da eucalipti dà l'impressione di respirare.... balsamico! Gli ultimi giorni li ho poi dedicati alla vita da spiaggia: indispensabile per rilassarsi prima di affrontare altre 24 ore di volo per tornare a .... lavorare! Ah, nei cinque giorni di vita da spiaggia non mi sono perso il piacere di assaggiare una buona bistecca di canguro al ristorante, indovinate un po’ con cosa me l’hanno servita? Polenta! Com’è piccolo il mondo!