21 febbraio: Il volo
Partenza ore 6.30 con Gheda da Rovereto in treno…Tanto per svegliarci fuori, vediamo che la nostra assicurazione viaggi stipulata con la Genertel per andare in Canada (alla faccia che glielo avevamo richiesto piu’ volte telefonicamente e glielo avevamo dichiarato nella pratica!) contiene una clausola che dice che non copre i paesi del Nord America. Telefoniamo cosi’ all’assicurazione e questi, per contro ci chiedono altri 74 Euro di integrazione! Intanto in treno il professionista di turno ascolta le imprese alpinistiche mescolate ai problemi informatici e… non sa piu’ con chi ha a che fare! Arrivati a Milano, prendiamo subito l’autobus e nel frattempo ci chiama Javier, che doveva raggiungerci a Londra partendo da Bologna, dicendoci che gli hanno soppresso il volo per neve e ci raggiungera’ con un giorno di ritardo direttamente a Revelstoke (prendendo la Greyhound una volta arrivato a Vancouver). Sul volo per Londra siamo intrattenuti da un professionista in affari con la Cina, di rango veramente basso. A parte il fatto di raccontarci che una volta, sulle piste a Gressoney ha chiamato i soccorsi per evitare di scendere dalle piste con la nebbia… ce l’aveva a morte coi cinesi! E quando gli ho chiesto perche’ non fosse volato diretto da Milano con la China Airways da Milano, mi ha risposto che non sopporta stare 10 ore su un aereo che puzza di cinesi… preferisce farsi 2 ore in piu’ e passare per Londra! Azz! Dopo una birra d’attesa a Londra Heathrow, alle 15:30 si vola su Dublin, Galway, sotto l"Islanda e sulla Groenlandia, quindi Canada… dall’alto le Rocky mountains fanno proprio paura: sono montagne zebrate! Con le righe bianche che sono gli scarichi di valanghe nei boschi! Arrivati a Vancouver noleggiamo subito la macchina (per modo di dire…dato che per 5 $ al giorno in piu’ ci hanno rifilato un Ford Explorer: un X5 e’ una macchinina in confronto!). Dopo aver pagato il doppio del preventivato una volta inclusa l’assicurazione, e aver capito come accendere il Jeepone, via verso l’ostello: il Samesun di Vancouver, proprio squallido! Comunque dopo esserci sistemati scendiamo per una birra al bar dell’ostello e scopriamo che ‘sti canadesi sono proprio dei pazzi: con le motoslitte si lanciano nel vuoto per decine di metri e…gli va sempre bene! Non tirano mai giu’ una valanga! Scopriamo anche che le ragazze canadesi, non sono brutte e grasse come le americane… anzi! Ma dopo una seconda pinta di birra e’ meglio andare a dormire…
22 febbraio: Partenza… COL BOTTO!
Dopo una notte dormita poco, un po’ per il Jet Lag, un po’ per i casinisti dell’ostello, sveglia alle 6 e andiamo al supermercato a comprare la colazione, quindi, checkout dall’ostello e via a riprender il macchinone! ….ma lo troviamo col finestrino dietro rotto…e ci hanno rubato le sacche che avevamo lasciato dentro (i miei scarponi!!!) lasciandoci gli sci. Chiamo il 911, faccio denuncia e quindi riportiamo il macchinone all’aeroporto che, sebbene assicurato ha una franchigia elevata e ci fanno pagare il finestrino dietro per intero: 1200 $ un furto!!! La Budget e’ l’ultima volta che ci noleggia qualcosa! Comunque ci viene finalmente data la Ford Taurus che avevamo in realta’ richiesto fin dall’inizio. Dopo aver comprato, perso e ricomprato la mappa stradale del British Columbia, partiamo finalmente verso Revelstoke. A parte le montagne del Coastal Range, e un brivido quando un camion ci taglia la strada sulla corsia di sorpasso, il resto del viaggio prosegue tra monotone colline. Verso mezzogiorno ci fermiamo a mangiare al McDonald: vedo stupido il Gheda gustarsi un CheeseBurger (alla faccia che e’ vegetariano!)… mentre io rimango fedele al Veggie Burger. Arriviamo a Revelstoke alle 4 e mezza, e dopo aver individuato l’ostello, ci lanciamo a fare il giro dei negozi sportivi per cercare i nuovi scarponi di scialpinismo. Purtoppo i negozi qui chiudono alle 17:30 (noi trentini , dove chiudono alle 19, ci lamentiamo sempre del brodo grasso!) e…come sempre non hanno il mio numero. Fortunatamente Jack il commesso trova un vecchio paio di Dynafit 514 che mi venderebbe con le Garmont Termoformanti per solo 200$: ma mi vanno un po’ stretti….devo pensarci su la notte. E cosi’ rinviati gli acquisti all’indomani, dopo la spesa e la cena, ci fiondiamo a letto.
23 febbraio: SCIALPINISTICA
Destinazione: Avalanche Ridge: Fingers
Quota MAX:
1390
Dislivello: 770
Con: Gheda, Javier
Appena svegli ci chiama l’assicurazione Genertel che mi dice dei problemi di copertura sul Canada: prima vuole 74 Euro in piu’ con versamento su un C/C, poi vistomi impossibilitato a far versamenti dal Canada, mi dice che va bene lo stesso e la copertura e’comunque garantita! Torniamo quindi in negozio e noto che hanno in vetrina un paio di Laser Scara che mi calzano giusti! E Jack, riesce anche ad evitare di riforarmi lo sci! Il Gheda invece, che era convinto di prendere i Laser, non trova il numero ed e’costretto a prendersi i Matrix che gli vanno quasi bene… e di peggio e’costretto a farsi mettere sotto gli attacchi una staffa per evitare di ribucare gli sci. Torniamo quindi all’ostello per pranzo e troviamo Javier, il terzo del gruppo, appena arrivato con la Greyhound. Montate le pelli sugli sci, lasciamo i bastoncini del Gheda al negozio dove proveranno a riaddattargli le punte (che gli hanno rubato) ne prendiamo in prestito un altro paio e su consiglio dei commessi andiamo al campo di sci da fondo di Revelstoke: faremo la salita lungo un canale di valanga esposto a nord. E cosi’ su finche’la ravanata in polvere lo permette (tra spaventose tracce tagliaoendio lasciate dai canadesi), quindi dietrofront e giu’! Gheda si lamenta degli scarponi nuovi perche’gli vanno stretti, e si’, che gli e’andata anche bene: infatti e’riuscito a farsi sostituire la scarpetta interna con la termoformante Garmont a causa di un errore di cottura della termoformante originale…Resi e ritirati i bastoncini addattati al negozio ci troviamo con Jack (il commesso), Marcello e la sua donna (amici di Jack) alle 6 per una birra al bar… Alla faccia della birra! 100$ di birra (con un piccolo antipasto) che abbiamo fatto fuori e…pagato! El Gheda za’ al secondo giorno ha fatto la balla! Dopo una cena veloce in ostello, e dopo che sono riuscito a perdere anche la cartina del Rogers Pass, appena comprata, siamo andati a letto alle 9.
24 Febbraio SCIALPINISTICA
Destinazione: The Dome
Quota MAX:
2700
Dislivello: 1600
Con: Gheda, Javier
Alla partenza dall’Italia, a vedere le varie relazioni disponibili sulle Rocky mountains e la variabilita’ del tempo ci eravamo dati come obbiettivo la salita al Dome: ma mai arei pensato fosse la prima scialpinistica seria del Canada (visto che quella di ieri era piu’ per provare gli scarponi…).
Sveglia alle 6 e mezza, colazione, zaino, sbrinata alla macchina (pensavo che Revelstoke fosse piu’freddo, ma sara’ anche l’aria secca ma i 5 sotto non si sentono quasi…) e via verso il Rogers Pass. Al passo, 80 Km. a est dell’ostello, si va al centro informazioni per pagare la tassa di parcheggio nel parco (validita’ 2gg: 12,50$), per ricevere dritte sulle scialpinistiche da fare e registrarsi per la scialpinistica che si fa: in pratica se entro il giorno dopo non ci si “deregistra" mandano qualcuno a cercarti, anche se potrebbe essere gia’ tardi….
Il tipo del parco ci ha garantito che il Dome e’ fattibile senza tante cordate, visto che i crepacci sono chiusi (di neve non ne manca…), e visto che siamo senza corda (grazie al furto di Vancouver…). Non ci abbiamo pensato due volte, parcheggiata la macchina all’entrata della lunga Asulkan Valley siamo partiti…gente che saliva ce n’era, erano impressionanti i nordAmericani, che salivano con sci larghissimi o splitboard dal peso tutt’altro che contenuto! Dopo circa un’ora tra forestale e stradina di fondovalle nel bosco si inizia a salire… di neve, certo non ne manca, ci si stupisce solo delle traccie pazzesche tracciate…tutt’altro che sicure! Dopo circa 3 ore e mezza siamo al Sapphire pass, dove ci fermiamo a mangiare qualcosa all’interno del bivacco (Sapphire Hut). La destinazione della scialpinistica in realta’sarebbe questa, infatti, o si fa in alpinisitica la traversata delle 3 cime a sx: Castor, Pollux e Leda Peak (necessari ramponi, picca, corda…) o tolti gli sci, cosa fatta da noi, si sale sull’anticima del Dome: separata da 20 metri di dislivello e da un’affilatissima cresta dalla cima vera e propria.
Tolte le pelli, finalmente una meritata discesa di 1600m. nel polverom!!! D’altronde, l’esposizione nord dei pendii aveva evitato si trasformasse la neve…e la sciata era davvero ottima. Giunti in fondovalle ci aspettava un’altra mezzora di bosco piano per uscire dalla valle e via a riconsegnare il tagliando gita per “deregistrarsi" dall’ente parco…i gestori sono stati sorpresi dalla velocita’ della nostra gita… Tornati in ostello, dopo aver fatto la spesa, abbiamo cenato e declinato l’invito di uscire al bar con gli altri scialpinisti, prima di andare a dormire ci siamo messi a guardare relazioni scialpinistiche per l’indomani… magari 200 metri in meno di oggi giusto per rilassarsi un po’, e arrivare la sera meno stanchi…
25 febbraio SCIALPINISTICA
Destinazione: Youngs Peak traverse
Quota MAX:
2870
Dislivello: 2000
Con: Gheda, Javier, Gabriel
Sveglia alle 6 e mezza, zaini gia’pronti, colazione e via! Alle 7 e mezza eravamo gia’al Rogers Pass a decidere il da farsi… ce lo avevano detto all’ostello che la traversata dall’Asulkan Valley dello Young Peak e’ una giornata lunga e piena, con 1800m. di dislivello…. E sebbene il pericolo crepacci all’imbocco del ghiacciaio (ci aveva avvertiti anche il gestore), ci siamo ripromessi di rimanere sulle traccie battute, abbiamo optato per questa destinazione. Al passo abbiamo conosciuto Gabriel, un ragazzo californiano che si e’ unito a noi nella gita (il suo socio canadese oggi lavorava e quindi cercava qualcuno con cui andare)…
Dopo la solita lunga entrata nell’Asulkan Valley, si piega a sinistra per salire verso il ghiacciaio da attraversare… Oggi, in partenza, siamo stati piu’ lenti del solito: il Gheda infatti aveva scambiato sci e scarponi con Javier (dato che gli scarponi nuovi gli vanno un po’stretti…. E Javier con gli sci del Gheda aveva da litigarci parecchio…). Dopo la prima ora siamo fortunatamente tornati alla configurazione di base e via piu’decisi! Forse troppo, visto che dopo un paio d’ore ci siamo resi conto di aver sbagliato scialpinistica: invece di salire sul ghiacciaio siamo andati lunghi (senza girare nuovamente a sx) arrivando al “Lookout Col". Siam cosi’ ridiscesi di 200m e con un traverso verso sx ci siamo ricongiunti al ghiacciaio. Arrivati sulla piana glaciale del Illecilleweat Glacier, col tempo incerto, e’ stato una bella botta vedere lo sviluppo di saliscendi che ci aspettava per arrivare alla cima… dopotutto siamo stati piu’veloci del previsto e in poco piu’di un’ora di traversata ci aprestavamo alla salita della slope finale…senza sci. In vetta, nevicava e la visibilita’era in costante netta diminuzione, e cosi’ non abbiamo perso tempo e ci siamo avviati verso valle… azz… che pendii! Ci siamo trovati subito sopra un Muro di neve! Che fifa! Ma l’abbiamo superato agevolmente con un traverso verso sinistra. Poi giu’ fino all’Asulkan Hut per una pausa . Quindi per pendii de polverom ripidissimi (ma come cavolo e’ che qui non vengono giu’le valanghe???) siamo scesi in fondovalle con una fantastica sciata. Alle 5 meno un quarto eravamo nuovamente al passo per la deregistrazione. Come ieri, quindi, spesa, cena, e a letto! Con la certezza che domani, dopo i 2000m. di dislivello di oggi (e i 20 Km. di sviluppo) riposeremo, o per lo meno faremo sicuramente qualcosa di very easy!
26 febbraio SCIALPINISTICA
Destinazione: Little Sifton
Quota MAX:
2750
Dislivello: 1450
Con: Gheda, Javier
E infatti la sveglia alle 7 s’e’ apprezzata, e al Passo stamattina ci siamo arrivati alle 9 e mezza. Dopo un’ora al negozio del parco, rieccoci al centro del Glacier National Park a decidere la gita di oggi. Non so come, ma alla fine e’saltato fuori il Little Sifton…. Altri 1400m. di dislivello: alla faccia! Questo era in esposizione sud, e con le temperature date in ulteriore aumento si sentiva eccome! Un caldo bestia e una ravanata nel bosco rado a salire con la neve pesante e bagnata che non portava gli sci… ma il peggio doveva ancora venire… dopo 500m. di dislivello interminabili e’ arrivato anche lo zoccolo! …e che zoccolo! …e io da scemo proprio ieri avevo tolto dallo zaino la saponetta antizoccolo dicendo: “Tanto qua in Canada, la neve, non sa neanche cos’e’ lo zoccolo!".
La vista, in fianco al Grizzly Peak era veramente superba… anche se io sono arrivato in cima veramente sofferente… verso le 2 del pomeriggio… la discesa, nella parte alta era una favola di polvere, ma avvicinati al limite del bosco, la crosta ci avrebbe fatto pagare il piacere del polverom…con gli interessi! Come se non bastasse invece di scendere, come consigliato, per il bosco di salita, ci siamo tenuti sulla sinistra, seguendo delle tracce….che cazzata! Siamo finiti per fare una ravanata assurda nel bosco, dove ho dovuto addirittura togliere gli sci e usare la picca per scendere in un infido canalino… rimessi gli sci la crosta era proprio terribile e cosi’ si cadeva una curva si’ e una si’. Siamo arrivati alla macchina alle 5 e mezza…alla faccia del riposo!! L’eterno riposo!! Dopo la spesa e la cena, mi sono messo anche sui fornelli a fare il brule’, ma alle 9 eravamo gia’a letto da un pezzo: domani riposeremo di sicuro! Nel frattempo la vita dell’ostello scorreva regolare con i snowboarder che si sono costruiti un salto di neve che finisce sul tavolo del giardino: a forza di saltarci su tutto il giorno, ieri, ne hanno distrutto uno (di tavolo) e oggi ne avevano gia’preso un altro da sacrificare…
27 febbraio: SCIALPINISTICA
Destinazione: Col over Bostok pass
Quota MAX:
2200
Dislivello: 1400
Con: Gheda, Javier
Oggi si riposa! E cosi’ partiti alle 7 e mezza, fuori dagli schemi delle scialpinistiche, abbiamo imboccato il Bostok trail (sentiero estivo) con l’intenzione di risalirlo e arrivare al Bostok pass,
abbiamo fatto un tre ore abbondanti di saliscendi (oltre a qualche rientro sulle nostre traccie per wrong destination) lungo il sentiero che entrava costeggiando la valle e poi un’altra ora per la risalita al passo con uno zoccolo da far paura (e anche oggi ero senza saponetta antizoccolo!)… Arrivati alle 1 del pomeriggio al passo quando il Gheda ha detto di voler risalire la cima di fianco, prima gli ho detto di andarci da solo, poi che l’indomani sarei andato a fare eliski per riposare, ma poi alla fine ho desistito e ho ripreso a salire anch’io. Arrivato in cima, e’ passato tutto grazie alla spettacolare vista di 3 valloni senza strade che avevamo sotto e la moltitudine di cime intorno. Alle 2 e mezza siamo ripartiti verso valle con la certezza di arrivare alla macchina con la pila frontale… E invece…. Dopo una discesa in polverone dalla cima, si entra in (un videogame…) un torrente che sembra un taboga… poi dopo una fuga veloce da una tana con un grizzly (non abbiamo indagato troppo, anzi siamo ripartiti a sci levati) abbiamo dovuto rimettere le pelli per risalire una cinquantina di metri scesi di troppo… e cosi’ e’ arrivato il momento dei saliscendi che in realta’ abbiamo passato molto piu’ agevolmente di quanto pensassimo. Tornati all’ostello, spesa, cena, e prima di andare a letto ho messo la saponetta antizoccolo nello zaino e… domani, anche se il tempo e’ dato in peggioramento dalla serata (di domani), dobbiamo riposare!
28 febbraio: SCIALPINISTICA
Destinazione: Cima prima di Laforme Creek su Lake Revelstoke
Quota MAX:
2150
Dislivello: 1570
Con: Gheda, Javier
Stamattina, sveglia con tutta calma alle 7…. Era un lazzareto, Javier aveva una tosse pestilenziale e io una bronchite da paura oltre che, penso, anche la febbre visto che guidando la macchina mi girava la testa… ma il peggioramento atteso in serata non perdona: “NO GH’E’ TEMP! GH’E’ DA NAR!!!". Certo, qualcosa di easy, e cosi’ scegliamo la motoslittabile che parte dal lago del paese… tanto la prima ora seppur con un ritmo sostenuto siamo saliti di 400m: a conti fatti i 1500m di dislivello li avremmo fatti in meno di quattro ore. Il problema e’ che la seconda ora siamo saliti solo di 100m. e con uno sviluppo assurdo e cosi’ con una sconfortante pausa (e’ stanco anche il Gheda finalmente!), abbiamo deciso che dopo un’altra mezz’ora ci saremmo girati e saremmo tornati a pranzare all’ostello…ma era troppo facile, ovvio! E cosi’ ci siamo fatti prender la mano dal paesaggio che man mano cominciava ad aprirsi e tagliando tornante su tornate lungo il bosco abbiamo finalmente cominciato a prendere quota… la pausa successiva eravamo gia’ a 1800m. slm (partiti da 600!). E la vista sul lago meritava proprio. Di motoslitte non c’era traccia, e questo perche’ la salita era interdetta agli skidoos nei periodi invernali… Arrivati finalmente alla vetta, anche gli acciacchi erano passati e ormai rassicurati dal maltempo in arrivo (anche se non sembrava…), ce ci avrebbe garantito riposo, ci siamo riavviati verso valle… che lunga!!! Gli ultimi 8 Km di forestale, tutta a dunette sono stati un calvario per le ginocchia! Come sempre arrivati all’ostello, ci siamo ingozzati di pasta (700 etti in tre!), birra e bagigi (solo io…). E alle 8 e mezza eravamo gia’ a letto!
1 marzo:
La sveglia alle 7 e mezza… e fuori piovviginava!! SI’! Oggi si riposa per davvero! …o quasi, visto che ascoltare Pet, il taxista 50enne che vive in ostello, e’ peggio di lavorare… se il discorso era partito dai limiti di velocita’, si e’ finiti a parlare di religione…o meglio…lui ha parlato per oltre un’ora…in qualche modo io sono riuscito a svignarmela ed ho lasciato proseguire al Gheda il monologo… verso le 10 e’ uscito anche qualche raggio di sole e cosi’ ne abbiamo approfittato a fare un giro in citta’ a vedere un po’ di figa: altroche’ americane grasse e brutte! Qua son tutte bionde e in forma! Dopo pranzo abbiamo preso su la macchina e deciso di andare a visitare Nakusp… una cittadina 100Km a sud di Revelstoke…sara’ stato anche che prima abbiamo sbagliato a costeggiare il lago e ci siamo trovati in un vicolo cieco (30 Km fatti per niente…), sara’ stato poi che la strada dopo aver attraversato un parco regionale (abbiamo visto anche un lupo –o forse era un coyote?- che ci attraversava la strada!) si interrompeva all’imbarco di un traghetto, gratis, ma che abbiamo dovuto aspettare per un’ora, fatto sta che siamo arrivati a Nakusp alle 4 e mezza del pomeriggio. Giusto il tempo di mangiare qualcosa e girarsi per tornare. D’altronde come citta’ Nakusp fa proprio schifo: sembra una baraccopoli…deserta…una tristezza. E cosi’ via di ritorno, alle 7 cena e alle 9 a letto….l’intenzione di uscire c’era…ma anche stavolta e’ andata male…
2 marzo: SCIALPINISTICA
Destinazione: muren over Bonnie Tree
Quota MAX:
2130
Dislivello: 980
Con: Gheda, Javier
Ultimo giorno utile per portare a quota 10.000 il dislivello fatto durante la vacanza! E cosi’ controvoglia siamo saliti al Rogers Pass. Giocando col computer di bordo della macchina, che segna sempre un consumo medio di 13litri/100Km, in salita, siamo riusciti a consumare 44litri/100Km!!!! Da non credere! 2 Km/litro! Arrivati al passo ci siamo fatti consigliare qualcosa di sicuro da fare nel Glacier N.P., visto che tutta la neve e’ appesantita dalla pioggia. Come sempre la risposta e’ stata “Nothing is safe in the Rogers Pass!", abbiamo comunque scelto la risalita sopra Bonnie Tree lungo la Loopbrook Valley (la valle prima dell’Asulkan Valley). La voglia era meno di zero, ma si doveva andare…caldo bestia, umido…e il vallone che entra in piano…il tempo per giunta era coperto e non prometteva niente di buono…dopo un’ora abbiamo comunque preso un buon passo e metro su metro siamo saliti ai 2135 sul ghiacciaio di fronte al Dome: dislivello di 980m. Che pero’ non erano sufficienti a totalizzare i 10.000m di dislivello…si arrivava solo a 9770m.. Era dalla partenza che gli altri due si erano dati l’obbiettivo di non farmi arrivare a 10.000m., e visto il tempo da schifo (in cima nevicava, e la neve era bella solo i 200 metri piu’ in alto, sotto era una pappa spaccagambe) mi son fatto convincere: chi se ne frega della cifra tonda? Tanto i 30.000 piedi non ce li toglie nessuno? (o forse non sono neanche 30.000?). C’era un gruppo che scendeva dal ghiacciaio, ma la visibilita’ nulla, non consigliava certo a saltarvi su e cosi’ dopo i primi metri di polverom la discesa e’ stata un pappone da foc. Tornati all’ostello alle 3 del pomeriggio, siamo andati a comprarre qualche “troiata" da portare a casa, quindi cena, brule’ e almeno stasera, con Javier (Gheda a far valigie) siamo usciti a bere un litro di birra al pub fino alle 11. Fighe le due cameriere del pub, ma era deserto!
3 e 4 marzo:
Due giorni in uno… con la scusa del fuso orario…o meglio fusi lo diventiamo noi con quello che ci aspetta… Partiti in auto alle 8 e mezza da Revelstoke, abbiamo fatto una strada alternativa per il rientro: da Kewlona anziche’ Kamloops. I paesaggi meritavano proprio. A Kewlona una gara con un’auto con a bordo 3 tipe (parola grossa….) ci ha svegliati un po’ fuori. Comunque presa la HighWay, giu’ l’acceleratore e via ai 140/150 Km/h fino Abottsdorf: 100 Km da Vancouver…coi peschi gia’ in fiore! Dopo una visita di un’ora a Vancouver ci siamo diretti all’aeroporto. Restituita la macchina, e dimenticati di chiedere il rimborso IVA per i scarponi acquistati in Canada (Diaolo po’!!) abbiamo fatto check in e saputo del ritardo dei nostri voli… Siamo partiti alle 22:30 anziche’ le 20:50, e subito lo stuart mi ha rovesciato una lattina di coca cola sui pantaloni! Diaolo po’! Non ci ho piu’ visto! Per fortuna mi hanno rimediato un pigiama dalla prima classe per il viaggio… Arrivati a Londra alle 14:30 (8 ore di viaggio), ci hanno rifiutato l’imbarco per il volo delle 15, dato che i nostri bagagli erano ormai schedulati per il volo delle 18, che e’ partito anch’esso con mezz’ora di ritardo. A Milano Linate alle 22, per fortuna il vecchio del Gheda si e’ offerto di portarci a casa, visto che non c’erano piu’ treni! E cosi’ alle 1 Javier mi allungava dalla stazione di Rovereto a Trembelem!